Il chiodo è ai sedentari
dove lo pianti resta
inchiodato
ultima minimale derivazione edile
Il nodo si snoda
si riannoda all'occorrenza
certifica l'arrivo del nomade, ne dice la partenza
Nomade è un combattente
subisce la forza organizzata
e infligge la forza della sua indomabile presenza
suo rifugio è il deserto
più facile dirlo in negativo (cosa non è)
trova la via, la verità, indirettamente
Nodo e chiodo dell'uomo è la poesia
poesia è subire la forza dell'essere combattendo
è un'arma la parola
un'arma il tono il ritmo
forma e sostanza preziosa
deve essere forte la parola
anche quando è leggera
quando si fà sinuosa
un rapimento, un'estasi che brucia e fà silenzio intorno
Far fiorire il Deserto
primo ed ultimo mondo
Qui Ora s'adora l'apparenza
cosmetica idea di bellezza
che nasconde e appiana
ma la bellezza è luce e brilla di verità
Non tanto liberare la fantasia è poesia
quanto lo sforzo di penetrare la realtà svelarla e raccontarla
tra l'immaginario e il reale c'è il senso del limite
la finitezza d'esser uomini e donne
L'immaginario comporta un'espansione illusoria dell'io
e un appiattimento nella dimensione orizzontale
Il reale, ben più affascinante,
si svela se si accetta il proprio limite nel misurarsi con la materia
ed è dato dalla tensione tra stato di necessità e trascendenza
L'eccesso satura i sensi
vista udito olfatto gusto tatto
li satura e li esaurisce
Noi siamo saturi, quasi esauriti
Io snodo, riannodo e parto verso il deserto!
domenica 15 novembre 2009
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2 commenti:
giovanni lindo ferretti
ebbene sì
un grande anche se manca il tremore della sua voce (o foce)!
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